Il cappotto termico, anche detto isolamento a cappotto, è una tecnica utilizzata per migliorare l'efficienza energetica degli edifici. La sua corretta installazione riduce la dispersione di calore attraverso le pareti apportando benefici in termini di comfort abitativo e riduzione dei costi energetici. Tuttavia, sono sempre più frequenti i casi di persone che testimoniano l’insorgere di problemi di muffa proprio a seguito dell’installazione del cappotto termico esterno.
Non è detto che debba accadere per forza, ma la muffa può essere un effetto collaterale dell’installazione del cappotto termico, anche se la sua installazione è stata eseguita a regola d’arte. Come sappiamo le muffe proliferano in presenza di un elevato tasso di umidità. Nelle nostre case l’eccessiva umidità può dipendere da diversi fattori.
Così, se da un lato il cappotto termico aiuta a prevenire la formazione di muffa perché blocca l’umidità esterna, dall’altro può paradossalmente provocare la formazione di muffa perchè trattiene l’umidità interna, che in precedenza poteva fuoriuscire “grazie” a un precario isolamento. Di conseguenza è fondamentale misurare l’umidità nei diversi ambienti della nostra casa utilizzando un igrometro e, se risulta eccessiva (oltre il 55/60%), riportarla ai livelli ottimali (40/55%) utilizzando apparecchi assorbiumidità come i Mangiaumidità Air Max.
Il secondo scenario che può provocare la comparsa della muffa all’interno delle abitazioni è quello che vede un lavoro male eseguito o eseguito con materiali scadenti. Purtroppo, anche alla luce delle modalità con le quali si è realizzata in Italia la “corsa ai cappotti termici”, non è infrequente che un simile scenario possa verificarsi. La problematica più diffusa è legata al concetto di ponte termico. Semplificando il più possibile, il ponte termico rappresenta una falla o un punto debole nell’isolamento: un passaggio tra l’interno e l’esterno della casa in corrispondenza del quale si incontrano aria fredda e aria calda. L’esempio più semplice sono i davanzali passanti, generalmente in marmo. D’inverno le basse temperature esterne raffreddano la parte esterna del davanzale che trasmette la temperatura alla parte interna. Quando l’aria calda della casa incontra la superficie fredda del davanzale si verifica il fenomeno della condensa e si crea la condizione ottimale per lo sviluppo della muffa. La stessa cosa può accadere con i controtelai metallici di finestre, porte finestra e lucernai. Anche in questo caso, a meno di non procedere alla sostituzione di tutti i serramenti con modelli a bassa trasmittenza termica, dotati per esempio di controtelai in legno o pvc, la soluzione più semplice è tenere sotto controllo il tasso di umidità presente in casa e regolarlo con un apparecchio assorbiumidità come i Mangiaumidità Air Max. Diverso è il discorso se i difetti del cappotto termico hanno a che fare con l’installazione della barriera isolante. Ecco alcune delle problematiche che possono causare l’insorgenza di muffa.
In presenza di questi problemi la soluzione è tutt’altro che semplice e richiede necessariamente di rimettere mano all’installazione del cappotto. Senza interventi correttivi, le infiltrazioni d’acqua o la condensa dell’umidità che superano l’isolamento, oltre a danneggiare il cappotto e le pareti esterne dell’edificio, possono “camminare” attraverso la parete e determinare la comparsa della muffa anche all’interno degli appartamenti. In questi casi quella contro la possibile insorgenza di muffa diventa una battaglia a tutto campo. Le zone da tenere sotto controllo non sono solo le zone perimetrali dei serramenti ma potenzialmente tutte le pareti, a cominciare da quelle coperte da armadi e arredi, inevitabilmente meno arieggiate. A maggior ragione se il rischio di eccessiva umidità e muffa è così esteso, diventa fondamentale regolare il tasso di umidità interno alla casa con gli apparecchi assorbiumidità Air Max e combattere le formazioni di muffa sulle pareti con i prodotti della linea Air Max Zero Muffa.